Forme e senso

Dal 18 gennaio al 02 Febbraio 2014

Presso il Graal spazio arte, corso Garibaldi 28, Pavia

 

Antonio Pagani torna ad esporre dopo tre anni presso GRAAL Spazio Arte presentando il suo percorso artistico in continua evoluzione. L’esperienza artistica di Antonio Pagani è unica nel panorama contemporaneo, egli fonda il suo percorso sulla tensione della ricerca, muovendosi tra i meandri dell’inconscio, investigando sul concetto di comunicazione e interazione tra esseri umani e tra uomini e natura, e sulla rottura di questi equilibri. Antonio Pagani trova ispirazione per le sue opere da tutto quello che lo circonda, è sempre alla ricerca di emozioni, profumi, tristezza. Parte fondamentale della produzione di Antonio sono i “legni” attraverso i quali l’artista ricerca l’espressione suscitata dalla realtà con colori violenti, pennellate aggressive, forme irregolari, seguendo una scelta incondizionata; il legno è un veicolo di emozioni dove nasce un dialogo fatto in solitudine tra l’artista e l’opera che sta per nascere, in cui l’immagine creata è libera di muoversi nel suo contesto.

Pagani abbandona quindi le forme geometriche e figurative per lasciare libere pennellate, densi strati di colore, creando le immagini senza il ricorso a forme riconoscibili, cercando di trasformare la realtà con forme irreali, senza costrizioni.

Il caos che istruisce l’ordine provvisorio del sogno, l’angoscia che si tramuta in remissione di dolcezza, la speranza che apprende la lingua della violenza espressiva. È il nostro intero universo interiore, con le sue mille pieghe, le sue mille contraddizioni, le sue mille pretese di attuazione e di metamorfosi a trovare spazio sui “legni” di Antonio Pagani. (Emilio Girino).

Ai lavori su legno l’artista affianca nuove opere, frutto del lavoro e della ricerca attuata nell’ultimo periodo: una serie di disegni a china nera su carta bianca, di chiara ispirazione informale. E questa ultima fase della produzione artistica di Pagani che ci riporta direttamente al 1952 quando Michel Tapié, nel suo manifesto dell’Art autre, analizzò l’Arte informale, questa altra arte era già maturata fino a diventare un movimento internazionale di reazione all’impostazione razionalistica dell’astrattismo geometrico, del costruttivismo. I propugnatori dell’altra arte volevano riappropriarsi della loro libertà raffigurativa, nonché poter esprimersi in maniera soggettiva e rispecchiare nelle loro immagini il proprio mondo interiore.

Le composizioni a china di Antonio Pagani danno vita a linee e grafismi, creati con casuale spontaneità, in una sequenza sempre più complessa e si contraddistinguono per eleganza e rigore: linee nere si stagliano su uno sfondo cangiante, monocromatico.

Emergono, così, potenti aggregazioni oniriche: segni, graffi e i vortici liberi dalla costrizione naturale del foglio, che non conoscono il limite della figura, né quello della composizione astratta.

 

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